Cosa mangiare (e cosa no) per non provare mai il dolore di una colica renale

Prevenzione

Come prevenire le coliche renali-basketbrescialeonessa.it

Franco Vallesi

Novembre 5, 2025

La colica renale è tra i dolori più forti che si possano provare: ecco cosa fare per evitarla e cosa succede davvero quando arriva.

C’è un tipo di dolore che chi l’ha provato non dimentica: quello causato dai calcoli renali. Un dolore improvviso, violento, che parte dalla schiena e si irradia all’inguine, tanto da costringere chi lo subisce a cambiare posizione in continuazione, cercando sollievo. Si tratta della colica renale, spesso legata al passaggio di piccoli cristalli duri nell’uretere, il canale che collega il rene alla vescica.

Secondo i dati della Società Italiana di Nefrologia, la prevalenza della calcolosi renale in Italia oscilla tra il 6,8% e il 10,1% della popolazione, con picchi tra i 30 e i 60 anni e una maggiore incidenza nei mesi estivi, complice la disidratazione. Ma come si formano questi calcoli? E cosa si può fare per prevenirli?

Quando i sali si trasformano in pietre e diventano un problema reale

I calcoli renali si formano quando le urine diventano troppo concentrate e i sali disciolti – come calcio e ossalati – iniziano a cristallizzarsi. Nel tempo, questi piccoli cristalli possono unirsi tra loro fino a diventare veri e propri sassolini. Nell’80% dei casi, i calcoli sono costituiti proprio da calcio, ma – contrariamente a quanto si è creduto per anni – eliminarlo dalla dieta non è la soluzione. Lo conferma Elena Dogliotti, biologa nutrizionista e supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi, che per anni ha seguito pazienti affetti da calcolosi: «Non è il calcio il nemico, ma l’equilibrio complessivo della dieta. Meglio concentrarsi su una riduzione del sale e sul controllo degli alimenti processati, spesso ricchi di sodio nascosto».

Sale e reni
Ridurre il sale-basketbrescialeonessa.it

Il fattore più pericoloso resta comunque la scarsa idratazione. Quando si beve poco, l’urina si concentra e diventa terreno fertile per la formazione dei calcoli. La regola d’oro è semplice: bere molta acqua e controllare che le urine siano sempre limpide. È proprio su questo punto che insistono anche gli esperti del Policlinico di Milano, come il professor Emanuele Montanari, direttore dell’U.O.C. di Urologia e docente alla Statale di Milano. Montanari sottolinea che i calcoli vanno considerati come un sintomo e non come una malattia a sé: possono infatti essere spia di alterazioni metaboliche che col tempo danneggiano il rene, fino a causare insufficienza renale.

Quando il calcolo si muove, si infila nell’uretere e provoca dolore: in quel momento si parla di colica renale. Se il calcolo è piccolo, si può attendere la sua espulsione spontanea, magari aiutata da farmaci che rilassano la muscolaturadell’uretere. In altri casi, serve intervenire: con la litotrissia extracorporea (il famoso “bombardamento” a onde d’urto) oppure con un intervento endoscopico in anestesia per frantumare ed estrarre il calcolo. Ma la vera arma resta la prevenzione quotidiana, basata su idratazione costante, dieta varia, riduzione del sale e monitoraggi regolari. La buona notizia? Tutto questo non costa nulla, ma può davvero fare la differenza tra il benessere e un dolore che – chi l’ha provato – non augura nemmeno al peggior nemico.

Come evitare di arrivare al pronto soccorso: le mosse giuste da fare prima

Prevenire la formazione dei calcoli renali non è un’impresa impossibile. La prima regola è bere abbondantemente durante tutta la giornata, non solo nei periodi caldi. Le urine devono restare chiare e abbondanti: è il segnale che i reni stanno lavorando bene e che i sali disciolti non hanno modo di aggregarsi. È importante anche distribuire l’idratazione nell’arco della giornata e non concentrare l’assunzione d’acqua solo nei pasti.

A livello alimentare, va sfatato il falso mito secondo cui andrebbero eliminati tutti i latticini: il calcio alimentare, se assunto in modo corretto, riduce il rischio che il calcio si leghi agli ossalati nell’intestino, prevenendo così la formazione dei cristalli. Al contrario, va drasticamente ridotto il sale, sia quello aggiunto in cucina che quello nascosto in snack, insaccati e prodotti industriali. Attenzione anche ad alimenti ricchi di ossalati, come spinaci, barbabietole, cioccolato fondente, noci, tè nero e rabarbaro: vanno consumati con equilibrio, soprattutto da chi ha una predisposizione genetica.

Come prevenire ricadute e complicazioni

Chi ha già sofferto di calcoli dovrebbe eseguire esami delle urine e monitoraggi periodici, magari con l’aiuto di un nutrizionista. Alcune forme di calcolosi infatti dipendono da squilibri metabolici, come la iperossaluria o l’eccessiva escrezione di calcio. In questi casi è fondamentale un approccio personalizzato, anche attraverso piccoli accorgimenti dietetici. Anche l’attività fisica ha un ruolo: muoversi regolarmente migliora la funzionalità renale e contribuisce a mantenere sotto controllo i parametri metabolici.

Infine, nei momenti di dolore acuto, mai improvvisare: è bene recarsi in pronto soccorso per ricevere assistenza adeguata e accertarsi che non ci siano ostruzioni gravi. La colica renale può essere un segnale d’allarme, ma anche l’occasione per ripensare completamente il proprio stile di vita. Oggi più che mai, la prevenzione passa da piccoli gesti quotidianiche fanno la differenza: un bicchiere d’acqua in più, un pizzico di sale in meno, un’attenzione in più a quello che portiamo in tavola.